Visitando in privato i musei romani

 

Dopo tanti giorni tra Europa e Stati Uniti, passare un weekend a Roma non è stata affatto una brutta idea. Come ogni volta che mi ritrovo nella Città Eterna mi meraviglio della quantità di ristoranti, locali e bar che il centro offre. Appena raggiungo il centro però mi rendo conto che c’è poca gente in giro.

Sarà stato un caso oppure in questi primi weekend estivi i romani compiono una rituale transumanza verso le spiagge o le montagne, ma le strade e le piazze erano più deserte di quanto mi fossi mai aspettato. Piazza Navona nella sua immensità è ancora più strabiliante senza le solite comitive di studenti e turisti che monotoni si affacciano negli schermi dei propri cellulari.

Passeggiando in zona Campidoglio mi ritornano in mente i musei capitolini, era da un po’ di tempo che non li visitavo e mi si sono tornati in mente i saloni e i corridoi ricchi di statue marmoree che severe si stagliano nell’enorme spazio che provano a occupare.

 
 

Inizio la visita  perdendomi tra le statue romane e le copie marmoree dei bronzi greci, tra meduse, imperatori e amazzoni. Supero un meraviglioso Caravaggio e improvvisamente mi ritrovo ad un balcone di mattoni, sembrano antichi, e la vista è incredibile: i Fori Repubblicani, dove non c’è nessuno. Roma si mostra in tutta la sua bellezza a me e ai pochi eletti che sono rimasti in città.

 

Dopo una giornata passata tra i vicoli, le piazzette e gli angoli pittoreschi che rendono Roma una città magnifica, è finalmente ora dell’esperienza più significativa di questa permanenza nel suolo capitolino: la visita ai Musei Vaticani.

Difficilmente sarà possibile dimenticarsi delle meraviglie che i Musei Vaticani ospitano, soprattutto perché la mia visita si è svolta privatamente la sera. È impareggiabile godere della magnificenza della Cappella Sistina, degli affreschi di Michelangelo e Fra Angelico, se non da soli, circondati dall’arte, con la luce soffusa del tramonto che colora di caldo i muri.

 
 
 

L’uscita al mondo esterno era ancora avvolta dall’estasi delle opere appena visitate, ma l’ora tarda mi ricorda che è tempo di cenare. La scelta del ristorante ricade su un localino gradevolmente tipico e romano: il Ristorante “Al Callarello”, sull’Aventino.

Un ristorante che propone sedie e tavoli di classica plastica bianca, cibo gustoso nella sua genuinità, nel mio caso un ottimo piatto di spaghetti con le vongole, e clientela locale. Intorno a me non c’erano turisti, ma famiglie romane che hanno reso più caratteristica la mia cena.